martedì 15 luglio 2014

La scoperta dell'America: l'era del soccer

Il successo di una nazionale è il riflesso della crescita di un movimento calcistico, spesso del campionato nazionale: disporre di un torneo probante e competitivo contribuisce a formare un gran numero di giocatori di buon livello, a beneficio della nazionale.


Circondato dallo scetticismo degli europei, il soccer sta vivendo una crescita continua, trascinando di riflesso la nazionale statunitense tra le grandi del football. Nel 2009, quando raggiunsero la finale di Confederations Cup, gli USA erano la sorpresa del torneo. Nei due Mondiali successivi, gli americani si sono confermati tra i primi 16 al mondo. In Brasile il calcio a stelle e strisce ha offerto al mondo una gran prova di forza: arrivati in punta di piedi, gli USA sono sopravvissuti al "girone della morte" tra i futuri campioni del mondo ed il Pallone d'oro in carica, per poi arrendersi soltanto ai supplementari al rampante Belgio. Il risultato acquisisce maggiore rilevanza se si pensa che l'ossatura di questa nazionale proviene dalla MLS, quando nella finale di Confederations del 2009 soltanto 2 dei titolari giocavano in patria.

La MLS non vuole essere più un circo per vecchie glorie in cerca degli ultimi dollari, né un melting pot di centroamericani ambiziosi: la strategia dei club è quella di riportare in patria i migliori statunitensi emigrati proprio grazie allo strumento nato per acquistare i campioni stranieri del marketing, la cosiddetta "Beckham rule" (la regola che esclude due giocatori dal tetto salariale imposto dalla lega). Tuttavia il Mondiale ha acceso i fari del calciomercato su alcuni gioielli della MLS che, a prescindere dalle laute offerte contrattuali che arriveranno dai loro attuali club, saranno tentati da un'esperienza europea.
Il soccer è al bivio: vendere o non vendere? Rifiutare le offerte europee significherebbe ripudiare il ruolo di lega di transito, ma i giovani statunitensi sono davvero disposti a rinchiudersi in gabbie d’oro senza mai mettersi in gioco…del resto c’è chi dubita della grandezza di Pelé perché non ha mai giocato in Europa.
Nella corsa agli affari d'oltreoceano sono entrate anche le italiane, nonostante le ultime esperienze a stelle e strisce in Serie A portino i nomi del folkloristico ma inguardabile Alexi Lalas e dello sfortunato centropaziente centrale del Milan Onyewu. Fidarsi o non fidarsi? Con un solo extracomunitario acquistabile, quanto senso ha rischiare su mercati secondari quando si può prendere un più rodato brasiliano allo stesso prezzo? La sensazione è però che questa sia la volta buona per puntare su una generazione di talenti USA.

Cosa offre la MLS per il nostro campionato?

1 - DeAndre Yedlin (1993 - Seattle Sounders). Soltanto due anni fa giocava al college, oggi è uno dei nomi caldi del Mondiale. Terzino destro di spinta tutto atletismo e velocità, è riuscito a stregare il mondo in 80 minuti contro il Belgio: subentrato a seguito dell'infortunio di Fabian Johnson, ha messo a ferro e fuoco la corsia belga con le sue continue avanzate. I Seattle Sounders vogliono trattenerlo ad ogni costo e farne una bandiera, ma su di lui ci sono Lione, Roma, Genoa e Liverpool. Resta da valutare il suo rendimento in fase difensiva sotto pressione in situazioni di gioco all’italiana, con partite serrate e baricentro basso, contro avversari che non concedono la prateria belga alle sue avanzate.

2 - Luis Gil (1993 - Real Salt Lake). Enfant prodige dell'under-17 al mondiale di categoria nel 2009, ha rifiutato l'Arsenal per essere aggregato alla prima squadra del Real Salt Lake City fin da giovanissimo. I media criticarono la sua scelta, ma oggi il ragazzo di origini messicane può contare già 4 anni di esperienza e 10 gol in MLS. Si tratta di un playmaker brevilineo, dotato di una spiccata visione di gioco, anche se fisicamente molto esile. La stagione 2014 è iniziata al di sotto delle attese (e lontano dal Brasile), ma il ragazzo ha il talento e la maturità nel gioco per guadagnarsi l'Europa che conta nel prossimo futuro.

3 - Erick "Cubo" Torres (1993 - Chivas USA). Spedito in California dal proprietario del Chivas di Guadalajara (quello messicano, l’originale) per risollevare le sorti della squadra probabilmente più scarsa della MLS e provare ad accattivare il pubblico ispanico, “el Cubo” è rimasto in prestito per il secondo anno consecutivo negli States nonostante la proprietà abbia abbandonato il Chivas USA. I numeri parlano chiaro: 8 gol e 2 assist in 13 partite in questa stagione, Torres vive per il gol ed è capace di sbloccare da solo le partite, con gol spesso spettacolari. In Messico lo paragonano al Chicharito Hernandez: l’attaccante del Manchester United è più esplosivo e dà il meglio negli spazi larghi, il Cubo invece è un bomber d’area di rigore, che sfrutta il fisico più imponente ed il controllo di palla nello stretto per aprire le difese avversarie. Forse il Chivas lo reclamerà per almeno un altro anno, ma il suo biglietto per l’Europa può essere solo rimandato.

4 - Diego Fagundez (1995 - New England Revolution). Diciannove anni ed è già conteso da USA e Uruguay. Gettato nella mischia della MLS a soli 16 anni (con gol all’esordio), si tratta di un eccentrico folletto capace di giocare su tutto l’arco della trequarti. Veloce e dribblomane, è considerato il Messi del calcio americano. Sotto il piano fisico deve irrobustirsi per reggere i contrasti contro i rocciosi difensori della lega nordamericana, ma il suo profilo è destinato ad attirare ben presto attenzioni europee. Se molti profetizzano l’arrivo di un futuro fenomeno dalle academy americane nel prossimo futuro, l’identikit può calzare perfettamente con il profilo di Fagundez…tuttavia serve cautela: lo spettro di un nuovo Freddy Adu però è sempre dietro l’angolo.

5 - Erik Palmer-Brown (1997 - Sporting Kansas City). L'esordio in MLS arrivato in corrispondenza del Mondiale, con l'inamovibile capitano Besler impegnato in Brasile. Eppure di questo ragazzo in Italia si parla da mesi: il Kansas City avrebbe rifiutato 1 milione di dollari da parte della Juventus. Difensore centrale forte fisicamente, ma ancora grezzo. Qualora la Juve riuscisse ad acquistarlo, si prospetta per lui il passaggio per le giovanili bianconere oppure la permanenza in prestito negli USA.


Giuseppe Brigante

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