martedì 7 giugno 2016

Il fútbol in Uruguay è lo sport dove 22 persone rincorrono un pallone su un prato, ed alla fine un quartiere di Montevideo festeggia lo scudetto.


L'Uruguay è una nazione piccolissima, che conta poco più di 3 milioni di abitanti. Nello stesso ordine di grandezza dell'area metropolitana di Roma. Eppure il piccolo stato sul Rio de la Plata ha segnato la storia del calcio, vincendo il primo Mondiale di calcio nel 1930 e poi replicando nel 1950. Nonostante le dimensioni ridotte, gli uruguayani sono sempre riusciti a rimanere al top del calcio mondiale. Due stelle sulla maglia della gloriosa nazionale Celeste, anche se in Uruguay ne reclamano una terza: hanno vinto la prima edizione del Mondiale, ma avrebbero vinto anche quella prima se si fosse giocata, perché erano i più forti al mondo, dicono.
Nella storia ultrasecolare del calcio uruguayano, il titolo nazionale è andato 47 volte al Peñarol e 45 volte al Nacional, le due maggiori squadre della capitale. Dietro il binomio Peñarol-Nacional, per gli altri restano solo le briciole: la terza squadra charrúa più titolata è il Defensor Sporting, con 4 campionati vinti. Un Oligopolio.

L'unica squadra capace di spezzare l'egemonia capitolina è il Rocha nel 2005, vincitore a sorpresa del Torneo di Apertura con due punti di vantaggio sul Nacional (penalizzato in classifica di 3 punti...). Quest'anno, nello stesso anno del Leicester campione di Inghilterra, anche l'Uruguay calcistico ha visto il suo miracolo compiersi.

Il gigante Golia del fútbol nazionale è il Peñarol di Diego Forlan, con una storia di scudetti alle spalle, che gioca in uno stadio moderno davanti ad una marea giallonera. Il Plaza Colonia è il Davide che si presenta armato di fionda davanti al numeroso pubblico dello stadio Campeon del Siglo. Un solo giocatore del Peñarol conta più titoli di tutta la squadra avversaria.

I "patasblancas" del Plaza Colonia rappresentano la piccola cittadina di Colonia del Sacramento. Venticinquemila abitanti, più vicina a Buenos Aires che alla capitale Montevideo. Il club ha 99 anni di storia, ma nel 2000 giocava nei campionati dilettantistici. Ad ottobre 2014, il Plaza Colonia era ultimo in seconda divisione.
L'allenatore Eduardo Espinel è un veterano della piazza: ha giocato per sette stagioni al Plaza Colonia, avendo l'opportunità di giocare al fianco di un giovanissimo Diego Lugano nei primi anni di professonismo del club. In parallelo, Espinel faceva il carpentiere per mantenersi.

In una sola partita, Peñarol - Plaza Colonia è in gioco la storia dei patasblancas e del calcio uruguayano. La sorpresa del campionato, prima in classifica a due giornate dalla fine, gioca in casa della seconda in classifica, la corazzata del campionato. Una vera e propria resa dei conti finale.

Sarebbe la partita perfetta per fare un catenaccio estremo, provare a strappare un onesto 0-0 con un camion davanti alla porta ed un gioco aggressivo, con la tipica garra degli uruguayani. Ma il treno per la storia passa solo una volta, così il Plaza Colonia passa in vantaggio dopo soli 2' grazie al gol del numero 10 Milessi. Da questo momento in poi, i patasblancas controllano il gioco, mentre il Peñarol stenta a reagire e si limita a proporsi con azioni personali.

Alla mezz'ora, i favoritissimi gialloneri riescono a pareggiare, rimettendo il campionato in discussione. A questo punto, le squadre esperte di solito rientrano con la testa nella partita e dilagano. Il Peñarol continua invece a giocare in modo impreciso, finché a 10 minuti dal termine il Plaza Colonia si procura il rigore più importante della sua storia. Villoldo dal dischetto fissa il portiere, in un attimo in cui l'intero Uruguay sportivo segue ammutolito. Tiro basso e centrale, per beffare il portiere, che si butta lateralmente. Gol. Plaza Colonia campione.


Durante i festeggiamenti, il presidente del club ha pianto per l'emozione, ricordando la difficoltà incontrate durante il percorso verso la vittoria finale, le scuse ai giocatori per gli stipendi pagati in ritardo, con soli cinque palloni per allenarsi e poche risorse.

Tra i campioni di Uruguay, c'è anche un veterano dei campionati italiani, un giocatore che personalmente ho avuto l'occasione di apprezzare e che ritengo sia stato molto sottovalutato. Si tratta del 36enne Mariano Bogliacino, centrocampista mancino ex-Napoli e Lecce nato proprio a Colonia del Sacramento e cresciuto nelle giovanili del Plaza Colonia. Un giocatore versatile, dal piede educato e tanto spirito di sacrificio, mai sopra le righe, che ha indossato la 10 del Napoli in Serie C. Complimenti Mariano.

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